Il marito ideale e, perché no, anche milionario. È la frontiera delle nuove agenzie matrimoniali che sfidano
il web, nonostante la crisi. Un vero boom. Tre giornaliste si sono messe in gioco, provandone tre. Ecco tutto quello che succede prima del fatidico incontro
tufa. Di certe promettenti cene finite nel nulla, di storie ambigue con uomini-briciola che ti danno solo gli avanzi. Stufa degli squattrinati, dei serial killer sen- timentali o delle amicizie-amorose in cui finisci sempre solo per ascoltarlo mentre lui ti racconta delle sue ex. Stufa del piccolo cabotaggio, delle storie casuali giocate nel puro presente, senza progetto e senza domani.
«Oggi, chi si rivolge a un’agenzia vuole tutto: l’anima gemella, la posizione sociale, a volte l’altare. Ma non pen- siate che ci siano solo donne a bussare qui. Anzi, negli ultimi anni la sorpresa è che il sesso forte si è messo in coda, anche lui. Motivato, in cerca di una garanzia di se- rietà; chi si rivolge a uno studio per cuori solitari si affida alla selezione fatta dall’agenzia, stanco di inciampare in brutte sorprese, immancabili in Internet.
Molti si iscri- vono contemporaneamente a più agenzie matrimoniali, per moltiplicare le chances di successo», spiega Tiziana Paoloni, dell’agenzia Meeting di Milano. «Spiazzati dalla nuova aggressività sessuale delle donne, i maschi di oggi si sono visti scippare il ruolo di cacciatori. Diventati pre- de loro malgrado, gli uomini non riescono più a capire con chi hanno a che fare e così, quando si tratta di cercare una compagna di vita, con cui fare una famiglia, non san- no più come fare», spiega Nicole Janigro, psicoterapeuta, analista di formazione junghiana.
Non è più solo questione di solitudine, di trovare qualcuno, costi quel che costi. Le agenzie oggi offrono sempre più il lusso, l’alta gamma, il marito o la moglie speciale, il compagno ad hoc; oppure, all’uomo, garanti- scono incontri con donne dotate di allure sociale e mon- dana, provviste di verve, brio e presenza. Un revival che sfiora il boom, quello delle agenzie matrimoniali.
«Dovuto proprio alla roulette russa amorosa generata dal dating on line. Perché quello che offre un’agenzia oggi è proprio l’affidabilità: dopo aver preso fregature da alcuni siti web d’incontri, sbarcano tutti qui in cerca di serietà», afferma Isabella Kaus, 57 anni, consulente matrimoniale per 15 anni con l’agenzia Capital, e prima ancora con Assoitalia e Servizi Riuniti, l’agenzia storica che insegnò il mestiere a tutti gli aspiranti cupido d’Italia. Intuito, una certa capacità psicologica, grande fiuto. E ovviamente un database poderoso, meglio se blasonato o milionario. Ecco ciò che serve a chi apre un’agenzia.
Non a caso, le nuove formule, in linea con la crisi economica, propongono incontri di standing elevato in fatto di status sociale e professionale. Come la Berkeley International, agenzia che da Londra sta aprendo franchising in tutto il mondo, da Parigi a New York, a Milano. O la Gray
& Farrar (www.grayandfarrar.com), inglese anch’essa, specializzata in dating milionari. E così, anche le stori- che agenzie di casa nostra si adeguano. Nomi come MP Consulenze, Meeting Italia o Amelia B., pur continuando a occuparsi di comuni mortali, dei timidi e degli imbra- nati di sempre, hanno ampliato il loro raggio d’azione con proposte “prestige” e “deluxe” a target medio-alto. Ma come funziona? «Tutto parte da un lungo collo- quio preliminare», spiegano Mary Pavan e Anna Muolo, di MP Consulenze. «Chi viene qui accetta di raccontar- si, di mettersi a nudo, per farci capire qual è la persona adatta da proporgli. Noi non diamo solo un servizio ma anche un supporto. Come creare gli accoppiamenti giu- diziosi? Ascoltando. Niente algoritmi. Chi viene qui si sente solo, ha sofferto per storie finite male. Noi accom- pagniamo le persone in un percorso di rinascita. Inoltre, si è abbassato il target di età: oggi arrivano i 30-40enni, quelli “traditi” dal cupido on line». Tre giornaliste della redazione di Elle, diverse per età, ambizioni e biografie sentimentali, si sono messe in gioco, testando tre agenzie matrimoniali: quella specia-
Cerco un marito D.O.C.
lizzata in mariti Paperoni, la Berkeley International; la Mp Consulenze, italian style, empatica, professionale, accogliente; la Meeting Italia, più friendly e dedicata agli incontri tra single. Ecco il loro racconto. Abbiamo mo- dificato nomi e dettagli per tutelare la privacy di tutti.
io trentenne, COLLEZIONISTA DI CIALTRONI SENTIMENTALI
Giusto mezzo, non mezze misure. Quelle non mi piac- ciono nemmeno nell’altezza dei tacchi. Così ho sempre pensato dovesse essere il mio “it-man”, un piacevole com- promesso fra terra e cielo, aspettative e realtà. Da caccia- trice di sogni, però, sono diventata un’imbalsamatrice di cause perse, con un’innata indole alla freudiana coazio- ne a ripetere: se c’è un mascalzone mascherato da bravo ragazzo nel raggio di un miglio… statene certi, quello è matematicamente mio. Milano poi non aiuta: affollata com’è, nella sua solitudine di cemento. Così per sfida, per diletto e – confesso – per fare da apripista a uno stuolo di amiche, ho chiamato la Berkeley International, agenzia di matchmaking, per trovare un marito haut de gamme. Sì, avete letto bene: qui in palio ci sono potenziali partner a più zeri. Certificati e garantiti da accurate selezioni, una lista top secret di clienti “paperoni e dintorni”, riservatezza e servizio “fidanzato tailor-made”. Il quartier generale è a Londra, dove ha spopolato grazie a un passaparola bisbi- gliato on line tra le ragazze della City, ma vanta filiali in tutte le città. Milano è l’ultima nata. Evviva.
LESSON NUMBER ONE
Primo contatto, un po’ in imbarazzo via mail e in in- glese, o almeno una parvenza maccheronica. Tranquilli, non occorre essere madrelingua brit per accaparrarsi un compagno blasonato: Anne-Sophie mi telefona in pochi minuti sfoderando un italiano impeccabile e mi snoccio- la le prime informazioni pratiche. Approccio scientifico, anzi imprenditoriale: delicato quanto efficace. Mi spiega che l’agenzia è specializzata in incontri romantici nazio- nali e internazionali (si può scegliere il pacchetto made in Italy o decidere se espatriare oltralpe o oltreoceano) per realizzare un’unione stabile. La ricerca della felicità ha un prezzo: 10.000 euro l’anno, quota minima per di- ventare “membri” di questo club di anime gemelle a 5
stelle. Deglutisco. L’amore non è un affare a buon mercato, ma qui si tratta di un investimento emotivo, un master sentimentale per accedere all’Olimpo delle relazioni. Sia chiaro, non promettono il principe azzurro al galoppo di un bolide con carta oro tra i denti, bensì una persona perbene e galante, nonché finanziariamente di un certo livello. La clientela ha un pedigree di prestigio e quindi devo superare anch’io un esame di ammissione vis-à-vis o via Skype. Anne-Sophie con garbo ma fermezza comincia la sua indagine psico-emotiva, dapprima più generica e anagrafica: età, professione, studi, lingue straniere – per depennare gli stati stranieri con cui non potrei interagi- re se non a gesti – hobbies, insomma un test attitudinale per sfrondare partner incompatibili e tracciare un primo profilo da inserire nel database.
BIOGRAFIA SENTIMENTALE
Ecco il secondo step: qui Anne-Sophie si addentra in punta di piedi, con piglio da psicanalista mischiato a rigore svizzero (non a caso la sede legale è a Ginevra). «Come mai sono finite le tue relazioni? Pensi ci sia un denominatore comune ai tuoi ex? Quali sono le tre caratteristiche fonda- mentali che Lui deve avere e le tre che proprio non soppor- ti». Tre?! Solo tre o tre alla volta?, chiedo naïf. Sembrano i tre desideri della lampada di Aladino…
Lo screening nasconde tranelli sociologici e introspetti- vi; lei non mi incalza, mi accompagna nella razionalizzazio- ne emotiva. «Quali sono le cose che ti hanno fatto soffrire? Quelle di cui senti di più il bisogno… o la mancanza?». Ahimè, io, proprio io, da sempre convinta della mia corazza di donna dura e indipendente, scricchiolo e mi sgretolo l’armatura bofonchiando un: «Protezione». Oddio, pense- rà che ricado nel cliché del complesso di Edipo, e cerco di parare la domanda che arriva dritta al lutto e ai traumi adolescenziali: «No, no, non cerco una figura paterna; niente anziani, please». Prendo coraggio e la rincorsa: «Protezione. Voglio un uomo che faccia l’uomo. Che si prenda cura di me senza soffocarmi, che abbia i miei valori e che sia stimolante intellettualmente». Riprendo fiato. «Ahhh, fedele! Fedele!», aggiungo. Nei miei trofei di caccia, con cialtroni impaglia- ti appesi alle pareti del mio cuore, le corna, le ho portate sempre io. Quindi, no grazie! Lei sorride, rassicurante: il colloquio è finito. Ho passato l’esame.
UN CONTRATTO PER TROVARE MR. RIGHT
Una manciata di giorni dopo, ricevo via mail un vero contratto di servizio, con tanto di clausole, codici e articoli vari: dal periodo di recesso (entro sette giorni dalla sotto- scrizione) agli obblighi e responsabilità delle parti, dalla riservatezza e veridicità delle informazioni al glossario (profilo cliente, membro eccetera). La posta in gioco è alta come il prezzo da pagare: niente rate, tutto e subito per un minimo di otto incontri garantiti in un anno. Posso decidere se circoscrivere la mia ricerca all’Italia, o alla mia regione, o espandermi verso altri lidi (in quel caso la cifra tocca i 18 mila euro l’anno). Chi più spende meno spende, mi ripeteva sempre mia nonna, perché la qualità dura di più. Speriamo abbia ragione.
Non appena compilata l’affiliazione, ricevo una mail riepilogativa, con gli step precisi e dettagliati del mio per- corso con Lin, la mia Client relationship manager, che con arcani algoritmi sentimental-tecnologici risolverà il sudo- ku diabolico facendo combaciare il mio profilo nel softwa- re stellato di Berkeley. Lin sarà il mio tutor tutto l’anno, aggiornando costantemente il mio file, “sintonizzando” meglio la ricerca caratteriale e fisica, perfezionando di volta in volta l’incastro con Mr. Right. La prassi impone che entrambi i membri, dopo aver visionato i rispettivi profili (senza foto), accettino o meno il primo contatto telefonico, preludio del rendez-vous. Nel caso in cui il mio “lui” viva all’estero, specifica Lin, il biglietto aereo per il blind date e i plus aggiuntivi (vedi alla voce limousine, hotel eccetera) sono a carico mio, anche se conferma che solitamente è il gentleman che si offre di coprire le spese per la trasferta. I giorni passano e controllo le mail qua- si fossero aruspici; il trattamento coi guanti bianchi è il leitmotiv dell’agenzia: voilà, ecco la mail della guru Lin che, con lavoro certosino, si gioca due assi dalla manica: Peter, inglese, 46 anni, divorziato (per davvero, non come certi finti-in-crisi con moglie in panchina), dirigente fi- nanziario di una multinazionale, amante del mare (come me), romantico (eureka!), suona il pianoforte (adoro la musica classica) e molto galante. E Michel, francese, occhi azzurri e fisico statuario, spesso in Italia per lavoro (fa l’imprenditore di un’azienda vinicola e io amo il vino), 39 anni, appassionato di arte e musica, con spiccato senso dell’umorismo (il sorriso batte la passione due a zero),
Che cosa chiedono gli uomini
Che non stressi, che non sia una rompiscatole, che lasci
vivere e vedere le partite in santa pace
Che sia vivace e attiva, non una gatta morta
Che non sia aggressiva
Che sia affettiva e dolce, ma non mielosa
Che sia curata nell’aspetto fisico, che non si lasci andare e si tenga bene (unghie curate, regolare ceretta, che eviti l’orribile ricrescita dei capelli…)
Che cosa chiedono le donne
Che sia strutturato, autonomo ed economicamente
stabile
Che non giochi coi sentimenti, che sia una brava persona e non un serial killer affettivo
Che dia una mano, che sia supportivo
Che abbia entusiasmo, carica ed energia, voglia di fare delle cose insieme
Che rispetti il ruolo di madre e non entri in conflitto con i figli
con due figli a carico e voglia di allargare la famiglia. Hmmm, ho l’orologio biologico bloccato ma magari è solo inceppato. «Il marito ideale resta celibe», diceva Oscar Wilde. Speriamo ancora per poco… Quasi quasi mi butto e decido di fidarmi. E anche se non sarà un Paperon de’ Paperoni, pazienza.
io quarantenne,
IN CARRIERA, COSÌ OCCUPATA E SOLA
Mi ero preparata a un fuoco di fila di domande. E invece. Sono qui, seduta in un luminoso studio, a par- lare con una sconosciuta, che mentre indaga la mia vita, e i miei desideri, riesce persino a farmi sentire a mio agio, incuriosita, allettata. Ma andiamo con ordine. Ho quarant’anni, l’aspetto da eterna ragazza, un’onorevole sequenza di ex fidanzati. La faccenda di bussare alla porta di un’agenzia mi stuzzica da un po’. «Che cosa ho da perdere (soldi a parte)?», mi chiedo. Su Internet ne ho individuata una che pare promettente: Meeting Italia.
PRIMO INCONTRO
Tiziana mi accoglie sorridente e spigliata. Mi chie- de di parlarle un po’ di me e subito interviene: «Ti sei dedicata al lavoro, ora è giusto che ti dedichi a costru- ire un progetto di coppia». Sgombro il campo da ogni fraintendimento. Sì, ho un lavoro che mi piace. Ma la mia “brillante” carriera è sempre stata “brillantemente” compatibile con l’incontro giusto. Anzi: a giudicare dal tempo perso con i fidanzati sbagliati, non si può dire che il tempo è ciò che mi è mancato. Per questo sono qui: non voglio perderne altro. Tiziana non si scompone. Il suo approccio è amichevole e rassicurante. «La nostra è un’agenzia per single, proprio come te», precisa. E sull’aspetto sociale della mia vita, sfodera la mano della professionista: «Gli amici vanno bene per una pizza, un aperitivo. Ma alla fine il giro è sempre quello. Se vuoi il tuo lui, lo devi cercare nel posto giusto». Sarà, ma io con- tinuo a diffidare. È come intravedere un mondo dietro a una porta che si aprirà da un momento all’altro. Chi c’è dietro realmente? «Senta, ma lei ce l’ha davvero qual- cuno da presentarmi? Guardi che non sono facile». La risposta è quella che aspettavo: «Abbiamo un database molto ricco: se non ti fissi con i dettagli, i papabili non mancano di sicuro!». E così il nostro colloquio prosegue.
«Adesso che ci penso, ci sarebbe un tipo perfetto per te: Andrea, consulente finanziario, 38 anni, amante del
due figlie, la mia difficoltà a ricostruire un’identità senti- mentale, femminile. Mary modula le sue risposte sul pro- cedere del dialogo. Mi spiega che non farà fatica a trovare candidati giusti. Azzardo: che cosa spinge gli uomini a rivolgersi a un’agenzia? «Il bisogno di essere amati da qualcuno che, come loro, ha voglia di impegnarsi, uomini stanchi di giocare o di sentirsi cercati “solo per i soldi”, pieni di noia all’idea di ritrovarsi nelle hall degli alberghi, preda di sguardi ammiccanti da parte di escort. Uomini che hanno speso metà della vita a viaggiare per lavoro; o che vivono in provincia dove le conoscenze femminili si sono ristrette». Mary mi spiega che in anni recenti la clientela maschile ha superato quella femminile.
Mary è sagace, vuole capire chi sono e come orientare la sua ricerca del partner da propormi. Entro nei dettagli, scorre il film della mia vita, fino alla separazione, che avviene contestualmente al mio licenziamento. In un attimo, senza lavoro e senza marito, e con le figlie ado- lescenti che perdono la bussola, aggiungendo tensione al trauma dell’abbandono. Mary mi chiede dettagli, si sofferma sulla sequenza della separazione: quand’è che lui se ne è andato?, chi ha fatto il passo?, c’era un’altra donna?, come l’hanno presa le figlie? Mi fa parlare a lungo. Indaga. Non prende appunti, registra tutto men- talmente. Niente tecnologia, non c’è un solo computer in giro. L’approccio è intimo, caldo.
CHE TIPO DI UOMO CERCA?
Quando finisco, Mary sorride, mi rassicura. Rinforza i bulloni della mia autostima. Dice che sono bella (addi- rittura!), il tipo che può piacere agli uomini, che sorrido facilmente, zero sulle difensive. «Lei è stata brava, lo sa?, le batoste che ha preso avrebbero potuto uccidere un ri- noceronte. Deve tornare a credere in se stessa. Si guardi: si è rimessa in piedi, è riuscita a riportare su binari di normalità la deriva delle figlie adolescenti, sbalestrate dopo l’abbandono del padre; è stata capace di non darsi per vinta, di non mollare. Le pare poco? E allora non abbia timori, si butti», mi dice Mary.
Che tipo di uomo cerca? Domanda difficilissima. Non so rispondere. Be’… mi piacerebbe uno che mi protegga… che si prenda cura di me, che sia un uomo buono… Ma anche curioso, non banale, sofisticato… «Lo vuole bel- lo?», mi chiede Mary sgranando gli occhi. Ma no, dico io, non mi interessa la bellezza, ma che abbia un certo gusto, non chiedo il gessato tutti i giorni o la polo per andare a correre. Anche la camicia da boscaiolo va be- nissimo. E poi che non sia bacchettone, che ami i viaggi e abbia entusiasmo per la vita. E che sappia mantenere la parola data. Vedo Mary che sorride… La parola data, ripete Mary, che poi vuol dire tener fede all’impegno, alla
promessa… Mi spiega che nessun uomo paga quasi due mila euro per 6 mesi a un’agenzia per giocare o prendere in giro se stesso.
PER LEI CI SAREBBERO TRE CANDIDATI…
La bravura di Mary nel condurre questo colloquio esplorativo mi sorprende. «Ci sarebbe un tipo adatto: un sessantenne molto curioso, dinamico, un imprenditore, che oltretutto è un bell’uomo: Marco. Da giovane fa il geometra e poi si laurea in Veterinaria, inizia a metter su un’azienda agricola di bovini e poi opta per un business imprenditoriale che produce concimi naturali… Un tipo, mi garantisce Mary, di quelli che si sentono giovani an- che a sessant’anni». Mentre Mary mi descrive questo pri- mo candidato, io mi chiedo dove si nasconde il “verme”, dov’è che si annida la magagna e soprattutto perché un uomo così dovrebbe mai rivolgersi a un’agenzia matrimo- niale per trovare una donna. Poi mi dico: e tu, allora? Se quest’uomo è come te ed è venuto qui per lo stesso scopo, certo non ti piacerebbe che pensasse di te queste cose. Il “casting” prosegue con Salvatore e Giulio. Un profilo un po’ macho il primo, 62 anni, piacente, sportivo, ama l’arrampicata, lo sci e la montagna e ha un’agenzia immo- biliare; decisamente benestante invece l’ultimo, 71 anni, villino fuori Milano, un imprenditore del vetro. Il vero Paperone è lui, ma non per questo è il più interessante dei tre. Chiedo di vedere le fotografie. Il rifiuto parte netto. Niente foto, mi spiace, solo incontri. Le immagini non raccontano nulla in fatto di charme e simpatia, e sono bandite dalle agenzie serie. Bene, mi dico. Non mi resta che correre il rischio. Come diceva mia nonna: «Il mare è pieno di pesci, non ti resta che buttarti e nuotare». Bene Giulio, fatti sotto. Appuntamento venerdì, alle 18.
- LE AGENZIE TOP: COSTI E PLUS
- MP CONSULENZE, via Mauro Macchi 42, tel. 02.48027453, info@ mpconsulenze.it; www.mpconsulenze.it. Approccio: empatico, professionale ma non asettico. Costo: 1.500 euro per sei mesi più Iva (300 euro); si accettano pagamenti dilazionati. Viene garantito un appuntamento ogni 15 giorni.
- AMELIA B., www.amelia-b.it. Agenzia di incontri per single attiva in tutto il Nord Italia. Approccio friendly e accogliente. Costo: 6 mesi circa 1.000 euro, ma hanno formule temporanee.
- MEETING ITALIA, www.meetingitalia.it, 50 agenzie, chat interna (www.meeting.it. con iscrizione certificata), calendario eventi, ricco database. Approccio: dinamico, spigliato. Costo: parte da 1.090 euro per sei mesi, dilazionabile o con finanziamento, 4 incontri a trimestre, altrimenti rimborsano.
- BERKELEY INTERNATIONAL, agenzia di matchmaking di lusso, con sede a Londra e filiali in tutto il mondo. www.berkeley- international.com. Approccio: imprenditoriale e deluxe. Costo: da 10.000 euro per un anno, otto incontri garantiti.